Nord Est e Nord-Nord Est
Nord Est
Tanto per dire una banalità: se stai per molto tempo nella stessa scuola, nella stessa città, ti sembra che quello sia il mondo, quelli i ragazzi, quelli i problemi (e non ci sono più le mezze stagioni).
Uscire per gli esami di stato non basta più, è una compagnia di giro che tocca sempre le stesse piazze, raramente puoi stupirti per un corso professionale o per dei bidelli che in giugno ridipingono i corridoi, come successo a me lo scorso anno.
Ma se esci dalla regione puoi cambiare aria e trovarti davvero in un’altra realtà; rimango sempre stupita quando torno nel Nord Est: le auto si fermano alle strisce pedonali, nei bar non ti apostrofano con un “ciao”.
Le scuole poi… la pulizia, l’efficienza, il banco accettazione che funziona, nessuno che sembra offeso dal fatto che tu sia li a disturbare la sua quiete.
E i ragazzi preparati, educati ( sorridono e dicono buongiorno!), niente tinture per capelli in serie, i colleghi eleganti e professionali, aule attezzate, un certo orgoglio.
E’ il mitico Nord Est che si piazza sempre ai primi posti nelle valutazioni nazionali; la crisi ha colpito e fatto strage anche qui, morde ancora anche qui ma penso che questi troveranno un futuro più facilmente dei nostri che crescono spesso in un’atmosfera di sottovalutazione della scuola e dello studio, di sciatteria.
Il Sile circonda, abbraccia e attraversa la città con calma affettuosa, le anatre parlottano tranquille.
Nord Nord Est
Ultima mobilità del progetto Ersamus+ YEW: Vesanto, remota area rurale della remota Finlandia, tre voli aerei e tanta, tanta qualità della vita più a nord di Rimini.
La scuola non ha paese intorno, ma laghi, foresta, alci, cervi, conigli e, a tratti, branchi di lupi.
Raccoglie studenti da un’area vastissima, fanno anche 40 km di strade ghiacciate , abeti e betulle ogni mattina/notte e ogni pomeriggio/notte.
Gli ambienti sono come te li aspetti da chi si piazza sempre ai vertici di tutte le categorie nelle misurazioni OCSE-PISA: immacolati, grandi, accoglienti, dotati di ogni possibile attrezzatura ( palloni per sedersi evitando il mal di schiena, lavagne, proiettori, laptop, laboratori di cucina, palestre enormi che si riducono e si ampliano seguendo le esigenze didattiche, mensa con le cuoche, non il precotto, ..) nessuno interrompe le lezioni, l’insegnamento è davvero l’unica cosa che conta.
Ogni docente ha il suo angolo di lavoro, scrivania, computer, stampante ecc e c’è una cucinetta per le pause e per chi non vuole mangiare in mensa ( grande frigorifero, lavastoviglie, forno, microonde, macchina per il caffè, tavolo, divano..)
I ragazzi per le pause hanno angoli relax divisi tra piccoli e grandi, sala da musica ecc
L’esterno è enorme e ci sono sttrezzture per ogni attività: hokey su ghiaccio, su prato, pattinaggio, sci, basket, pallavolo..
I nostri 14 si godono tutto questo ben di Dio: pattinano, giocano ad hockey, insegnano la zumba, cucinano, producono presentazioni, camminanosu laghi ghiacciati, sorridono senza mai smettere.
Tra una attività e l’altra io e la collega chiediamo di visitare l’asilo..di quello davvero non vorrei dire nulla perchè le parole non bastano: davanti ai nostri sguardi increduli ed anche amareggiati la dirigente mi dice “ma voi avete Reggio Emilia!”
E’ questo che fa ancora più male: noi sappiamo elaborare strategie, idee buone e vincenti, altri le applicano, se ne fregiano anche per fare pagare rette più alte ( scuole Reggio Children negli U.S.A.) e poi noi lasciamo andare tutto allo sfascio, vediamo la scuola come un peso economico insostenibile, un costo, tagliamo, risparmiamo, sovraccarichiamo di regole e burocrazia, non curiamo la preparazione dei nuovi insegnanti, la formazione continua degli altri né il loro benessere.. mentre le nostre valutazioni internazionali rimangono avvilenti.
Tutto questo lo vedo io con lucidità ma in modo più vago e confuso lo capiscono anche i ragazzi che mi dicono “ha visto la cucina?” “prof. hanno le docce !”…mando una foto del lavoro di gruppo al mio preside che mi risponde “immagino che lì non cadano le finestre..”
Da noi, nell’opulenta Emilia Romagna, è caduta una finestra a Novembre, durante le lezioni…non è stata ancora sostituita…spetterebbe alla Provincia …