Pesci e partite I.V.A.
Settembre è il mese dei ritorni.. tornano quelli appena andati via, infestano le aule, raccontano i test, i colloqui di ammissione, alcuni rimpiangono tutto quello che non hanno avuto voglia di approfondire, ripassare o fare come extra, quando ancora eravamo tutti lì per loro e non aspettavamo altro.
Alcuni fanno raccomandazioni ai ragazzi tra i banchi “fate il First, prendete la patente europea del computer finchè siete qui!” ma parlano già una lingua adulta a cui temo che i miei non credano fino in fondo.
Tornano a volte anche da molto lontano quelli partiti anni fa: M. amava la Corea, studiava l’alfabeto da sola, in quarta aveva compilato tutti i moduli per partire con Intercultura, poi all’ultimo la madre non aveva firmato.
Tra le lacrime e i singhiozzi che partivano a fiotti durante le lezioni aveva messo la testa bassa, aveva finito il liceo in crescendo e si era iscritta a Cà Foscari: Inglese, Francese, Coreano.
E’stata più di un anno in Corea, lottando per avere più borse possibile, ha studiato economia nella migliore università di Seul.
E’ rientrata in Italia per laurearsi e ora prepara l’ application per tornare, vuole lavorare in Corea, la sua casa del cuore è la.
Guardandola, ascoltandola riconosco la ragazzina emotiva e insicura, che è diventata una donna determinata e piena ancora di sogni.
A volte la vocazione raggiunge i ragazzi percorrendo strade misteriose, attraverso manga e video musicali interpretati da teenagers androgini, che parlano di un mondo di solitudini e tecnologie molto lontane dagli scenari in cui ogni giorno si muovono.
I miei di quarta la studiano affascinati, vorrei che capissero che si può, si deve immaginare, saltare fuori dallo stagno in un mare più grande.
Lei cerca di far capire i ritmi di studio e di lavoro richiesti agli studenti nel Sud Est asiatico, i livelli delle valutazioni, la rincorsa all’eccellenza che non si ferma mai ( la famosa A- americana che è una F coreana): tutto questo non l’ha mai scoraggiata, a volte piangeva sugli appunti ma voleva essere lì, dentro quella corsa..e vuole tornare a farne parte.
Ottobre
Oggi sulla barca del mio pescatore preferito oltre ai soliti ragazzi coi rasta e le salopette gialle , tra sogliolette guizzanti e pesce azzurro ansimante vedo due nuovi mebri dell’equipaggio, diversi nei movimenti e senza equipaggiamento..
Il comandante mi dice che “sono i biologi”, vengono regolarmente a misurare la lunghezza ed il peso del pescato, i tipo di pesci e molluschi, coontrollano insomma la salute del mare.
Sono felice, faccio domande e la ragazza con la felpa sulla testa mi risponde sorridendo, vengono da un laboratori analisi di Cattolica , deduco che abbia in appalto questi controlli.
Mi spiegano che il mio pescatore è gentile, altri si rifiutano di farli salire.
Mentre misurano le sogliole chiedo come hanno trovato quel lavoro che mi sembra bello, mi dicono che sono a partita IVA, il sorriso scompare e sembrano vergognarsi.
Torno a casa arrabbiata, mi chiedo perchè, se abbiamo bisogno di queste figure, nella opulenta Emilia Romagna dobbiamo approfittare delle pieghe della normativa per non stabilizzare dei ragazzi, dei giovani laureati, i nostri figli, che sanno dirci come sta il mare.