Un altro Erasmus+
La prima cosa che hanno notato è stata la sensazione di sicurezza..un milione e mezzo di abitanti e si sono sentiti più al sicuro che nel loro borgo di riviera.
E’ una impressione che conosco bene: grandi marciapiedi, zone davvero pedonali, il rombo del traffico relegato fuori o sottoterra e ti senti subito a tuo agio.
Nel gruppo Erasmus di 5 nazionalità, forse solo i nostri si sono subito sentiti così, forse solo i nostri stanno sempre in guardia quando si spostano a casa loro.
Cieli chiari e caldo di una estate che non vuole mollare, zucche scoppiate nei campi in Baviera, fiume quasi in secca, ma Monaco si mostra opulenta, festaiola ed efficiente come ti aspetti.
Puoi camminare per ore senza uscire dai parchi e sentirti in montagna, vedere i surfisti di fiume anche dal tram, e, nemmeno a dirlo, i mezzi sono puntuali, puliti, facili da capire e silenziosi anche se pieni; una di noi risponde al telefono e viene redarguita aspramente, tre ragazzi ( per fortuna non italiani ) parlano forte e qualcuno dice “se dio vuole!” quando scendiamo.
La scuola confina con un parco, ha aule attrezzate, classi poco numerose, insegnanti rilassati, i ragazzi fanno paragoni con la scuola di Rotterdam visitata nell’ultimo meeting ( vedi sogliola maggio 2018), meglio non farne con le nostre.
Al momento di presentare i loro materiali e del lavoro di gruppo i nostri sono decisamente i migliori, più organizzati, più motivati, più entusiasti.
E’ così ogni volta, nella mia esperienza, io li guardo e penso che comunque faticheranno più degli altri per affermarsi, guadagneranno meno, manderanno giù più bocconi amari.
Le notizie sullo spread ci inseguono al ritorno, metafora dello spread tra i vantaggi nostri e i loro.
Rita Chiappini