“Il mio apprendistato parlamentare già iniziato alla Consulta doveva continuare alla Costituente. Anche nel lavoro in Parlamento bisognava infatti compiere un apprendistato per svolgere attività utili per i lavoratori che ci avevano conferito il mandato. Avevo poche cognizioni giuridiche e legali. Dovevo studiarmi il regolamento della Camera, gli Atti parlamentari, le leggi di prima del fascismo e anche quelle del fascismo. Il nostro Partito aveva organizzato per i parlamentari comunisti un apposito ufficio che ci aiutava nel lavoro corrente ma questo non era sufficiente.
Come operaia, come rivoluzionaria professionale, come resistente, io avevo però un insieme di esperienze che mancava a molti nostri compagni anche se professori o vecchi parlamentari. Conoscevo per esempio il movimento operaio internazionale, le lotte rivoluzionarie e la legislatura operaia di molti paesi. Questo unito alle mie esperienze di combattente della classe operaia – di ieri nell’illegalità e di oggi come segretaria di un’importante organizzazione sindacale – mi aiutava nel lavoro parlamentare.
Se il compito principale dell’Assemblea costituente era quello di elaborare la Costituzione repubblicana, nelle discussioni di carattere generale andavamo anche preparando una serie di leggi democratiche che sarebbero poi state discusse nelle successive legislature: sulla protezione della maternità, sull’apprendistato, sulla parità di salario, sulla pensione ai vecchi che ne erano privi, sul lavoro a domicilio, eccetera. Tutte queste leggi poi approvate o no, avevano il loro fondamento essenziale negli articoli della Costituzione sui problemi economici e sociali discussi nella nostra sottocommissione”.
(Teresa Noce, Rivoluzionaria professionale, 1974)
Festeggiamo la Festa della Repubblica riprendendo questa testimonianza di Teresa Noce, una delle 21 donne membri dell’Assemblea Costituente. Parole, le sue, che esprimono appieno l’indissolubile intreccio tra dimensione giuridica, politica e sociale che ha animato la stesura della Costituzione Repubblicana, restituendo, al contempo, l’esperienza umana – fatta di impegno, studio, conflitto e militanza – vissuta da quante e quanti ne hanno permesso l’elaborazione.
Di seguito una galleria di immagini con una selezione di manifesti datati 1946 sul referendum istituzionale del 2 giugno, voto popolare che condusse alla nascita della Repubblica e all’elezione dell’Assemblea Costituente.
I manifesti fanno parte della banca dati Manifestipolitici.it, la banca dati open access della Fondazione Gramsci Emilia-Romagna, dove si possono consultare oltre 14mila manifesti.
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