- Questo evento è passato.
Nuove povertà a Bologna
23 Febbraio 2010, 17:00 - 2 Marzo 2010, 20:00
Disuguaglianze di genere, generazionali e territoriali.
Analisi dei redditi dichiarati nel 2007 a Bologna
Introduce Matilde Callari Galli
Intervengono
Gianluigi Bovini, ricercatore (Relazione)
Giacomo Calzolari, Università di Bologna
Andrea Ichino, Università di Bologna (Cosa possono davvero fare gli asili nido per le donne? pubblicato su www.lavoce.info – 08/03/2010)
Coordina Davide Conte, ricercatore
2 marzo 2010, ore 17.00
Marginalità urbana. Ricerche e testimonianze
Intervengono
Ferdinando Fava (antropologo Università di Padova)
Jacopo Fiorentino (Associazione “Avvocato di Strada”)
Massimiliano Salvatori (Blog Asfalto)
Giuseppe Scandurra (ricercatore Università di Ferrara)
Leonardo Tancredi (giornalista direttore “Piazza Grande”)
Coordina Matilde Callari Galli (Università di Bologna)
PRIMO SEMINARIO
Il tessuto sociale, economico e urbanistico delle città è in continua evoluzione e obbliga le amministrazioni pubbliche a sviluppare nuovi strumenti di analisi quantitativa e qualitativa. In linea con questo approccio l’amministrazione comunale di Bologna ha analizzato le dichiarazioni dei redditi presentate per il 2007 (“I redditi 2007 dichiarati dalle cittadine e dai cittadini di Bologna” a cura del Dipartimento Programmazione del Comune di Bologna). Nel corso del seminario del 23 febbraio verranno presentato alcuni aggiornamenti relativi alla distribuzione territoriale dei redditi.
I dati relativi al 2007 e agli anni precedenti, con valori medi di reddito imponibile dichiarato sensibilmente più elevati della media nazionale, evidenziano anche a Bologna sistematici divari di genere, fra generazioni e territoriali che debbono essere presi in attenta considerazione in tutte le politiche territoriali. Esiste infatti in città una quota non trascurabile di individui che vivono soli e di nuclei familiari con livelli reddituali e patrimoniali che determinano situazioni di disagio socio-economico, in alcuni casi anche molto accentuate. In particolare:
- “il divario complessivo fra i redditi imponibili medi dichiarati dagli uomini e dalle donne rimane quindi molto elevato. Il reddito imponibile medio dei maschi a Bologna nel 2007 è quindi risultato pari a 29.119 euro e risulta ancora superiore del 59,4% rispetto al reddito imponibile medio femminile (pari nel 2007 a 18.273 euro)”.
- per quanto riguarda la differenza di reddito tra le generazioni “in tutte le classi di età considerate i valori medi femminili sono inferiori a quelli maschili. Il divario è però fortemente più contenuto nelle classi di età giovanili (fino a 34 anni) e decisamente inferiore alla media nella fascia di età 35-44 anni”;
- per quanto riguarda le generazioni più giovani (sia maschili, con eccezione dei giovanissimi per i quali si registra una leggera crescita, sia femminili) i valori nominali dei redditi medi dichiarati sono in molti casi in riduzione ed evidenziano una perdita di potere d’acquisto individuale non trascurabile”.
Importante evidenziare che l’utilità di questa analisi “contabile” della città aumenta se si incrocia la mappatura dei redditi con le analisi tradizionalmente sviluppate dai servizi sociali e da altri soggetti presenti sul territorio (impresa, terzo settore, … ). In tal modo si possono conoscere maggiormente quelle nuove situazioni di marginalità urbane determinate dalla sovrapposizione delle nuove povertà sulle vecchie povertà, povertà economica che si va a sommare a situazioni di vulnerabilità sociale e di solitudine relazionale.
SECONDO SEMINARIO
A Bologna esiste una forte e complessa rete di servizi pubblici e privati rivolti alle persone con problemi gravi di marginalità, povertà, disagio sociale. Non sono pochi gli uomini e le donne, i quali, prima di accedere a queste rete, o contemporaneamente, chiedono aiuto a reti familiari, amicali o a strutture religiose o di tipo associativo. La complessità di questa rete riflette il fatto che il mondo del disagio sociale, della marginalità, della povertà si va sempre più complessificando; da una parte per ragioni oggettive, materiali – nuovi processi di esclusione o auto-esclusione, aumento della disoccupazione e dei flussi migratori, il numero sempre più alto di persone per le quali tale rete non è riuscita a definire percorsi efficaci di reinserimento sociale; dall’altra per l’assenza di studi e ricerche che riescano a tracciare un quadro complessivo. Infine, a leggere i motivi che gli utenti tutt’oggi dichiarano agli operatori e ai volontari che lavorano in questa rete di servizi al fine di giustificare la loro richiesta di aiuto, nuove sembrerebbero essere le situazioni di marginalità, povertà, disagio sociale nel Comune di Bologna rispetto agli anni precedenti. Attraverso lo studio delle trasformazioni del tessuto demografico, delle recenti migrazioni, delle nuove politiche di welfare cittadino, dei nuovi utenti dei servi sociali e, di conseguenza, della nuova offerta di servizi comunali è possibile evidenziare, per esempio, un tasso di abbandono e di fallimento scolastico in aumento nel territorio comunale, la situazione, sempre più a rischio, di attori sociali quali i minori stranieri, le famiglie monogenitoriali, gli anziani che vivono nel capoluogo emiliano, le donne, nella maggior parte di casi immigrate, che sono arrivate in città tramite politiche di ricongiungimento famigliare. Appare dunque evidente quanto, se si vogliono affrontare problemi legati alle marginalità urbane, sia necessario studiare questa realtà, comprendere come le “nuove” povertà si affiancano alle “vecchie”, come la povertà economica sia sempre più da mettere in relazione con una vulnerabilità sociale e una solitudine relazionale.