Fausto Anderlini
Terra rossa. Comunismo ideale e socialdemocrazia reale. Il Pci in Emilia-Romagna
Coop Il Nove, Bologna 1990
Indice
Introduzione
Il partito, la società, le istituzioni
1. 1945-1980. Dal “sistema di solidarietà” al “sistema degli interessi”. Un profilo evolutivo del comunismo emiliano
2. Strategia “antimonopolitistica” e razionalizzazione capitalistica negli anni ’60. Il Pci emiliano come “socialdemocrazia locale”
Il “Party-System” in Emilia-Romagna
1. La lunga stagione del “consociativismo implicito”. Un modello della distribuzione di potere
2. Ceto politico e regolazione localistica
Elettori, militanti, ceto politico
1. 1953-1983. L’insediamento elettorale e le trasformazioni sociali. Un modello tellurico delle distribuzioni di voto
2. L’insostenibile leggerezza del voto. La dèbacle del 1987
3. Le tensioni degli anni ’80: i confini mobili dell’area comunista
4. Comunisti a congresso. Una famiglia, molte specie
Il partito in generale. A ridosso della svolta
1. Alternativa, riformismo forte e modello di partito. Il Pci alla fine degli anni ‘80
2. Costruire dopo la catastrofe. Quale partito della sinistra?
Appendice statistica. 1944-1989: iscritti ed elettori
Scheda
Cosa è stato il Pci in Emilia-Romagna? Quali mutamenti ne hanno modellato la fisionomia negli anni ’80? Quale lascito, quali realizzazioni durature e quali problemi irrisolti, questa grandiosa esperienza politica consegna al nuovo partito della sinistra in gestazione? Questo volume raccoglie alcune parti di un lavoro decennale di ricerca socio-politica, tentando di orientarne gli esiti come base analitica di un rinnovato impegno politico. Il Pci si è insediato nell’Emilia del dopoguerra sfruttando i cleavages sociali del mondo rurale e ridefinendo, all’insegna dell’antagonismo di sistema, la complessa tradizione riformista del socialismo padano. È poi evoluto come fondamentale connettivo politico-culturale della modernizzazione della società regionale portando a compimento le potenzialità egemoniche del blocco sociale riformatore in essa incorporato. Una magica ibridazione di componenti ha segnato un lungo ciclo di successi: la forza della struttura organizzativa ma anche la sua plasticità, la fermezza dell’impianto ideologico ma anche una progressiva capacità di adattamento dei fini, l’inserimento nel grande teatro nazionale del conflitto politico ma anche la pragmatica duttilità delle politiche locali, la dura opposizione alle forze avverse ma anche una strutturale vocazione all’incontro delle culture politiche in un quadro sostanzialmente consensualistico. Questo grande ciclo politico si chiude con il precipitare delle circostanze nazionali e internazionali che ne avevano costituito lo sfondo, ed al tempo stesso per proprio intrinseco compimento. Il Pci emiliano-romagnolo lascia al proprio successore un’eredità pesante ed un campo di scelte oltremodo complesso. Una eredità che non può essere ignorata ma neppure alleggerita nel segno della continuità.