Giorgio Zanetti
Il Novecento come visione. Dal simbolismo a Campana.
Carocci, Roma 1999
€ 18
Indice
Ezio Raimondi, Introduzione. La misura del critico
Parte prima
1. Il critico tra due secoli
2. Verso il moderno. Le allegorie della musica
3. Un interprete wagneriano del Petrarca
4. Angelo Conti e la visione moderna del sublime
5. L’Onda di Alcyone
6. Una filologia per l’Homo non sapiens
7. La favola delle immagini. Dino Campana
Parte seconda
8. Tra la pittura simbolista in Italia
9. Fantasmi italiani del Novecento musicale
10. Gli inganni dello specchio
11. I misteri della memoria
12. Nel segno di Bachtin
13. Jauss e il dialogo della ricezione
14. La lettura come atto
Parte terza
15. Un premio e il teatro
Scheda
Il volume prende le mosse dagli arabeschi poetici dell’estetismo per illuminare alle origini il lato magico o estatico della letteratura italiana del nostro secolo, interrogandone gli autori e gli interpreti critici più significativi, là dove le immagini pittoriche, la musica e la parola si incontrano mirabilmente.
L’analisi della ricerca sofferta d’una sintesi delle arti tocca Dino Campana e la sua poesia fantastica tra visivo e visionario, ma anche Gabriele d’Annunzio, il suo amico Angelo Conti e i futuristi italiani. Così il libro compone eleganti mosaici del nichilismo post-borghese fin de siècle e indaga, anche nella cultura letteraria italiana, il rapporto cruciale tra simbolismo e rottura d’avanguardia, Jugendstil ed espressionismo.
Sulla via di Walter Pater, Aby Warburg e Michail Bachtin si avvalora in tal modo un’idea della lettura come azione simbolica, atto percettivo che, per coinvolgere un vedere e un sentire, esige poi la responsabilità e il rischio della performance a contatto, per dirla con Warburg, con una «formula di pathos». E alla fine anche la storia di un’istituzione teatrale dell’Emilia-Romagna, il Premio Riccione, diventa ricognizione della società e del costume dal secondo dopoguerra ai giorni nostri.