Pubblichiamo la lettera inviata dal presidente dell’Associazione delleIstituzioni di Cultura Italiane (AICI) Valdo Spini al Presidente Letta, alministro dei beni culturali Bray e al ministro dell’istruzione Carrozza sul rischio del “tagli” all’Istituto Centrale per il Catalogo Unico (ICCU) e al Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN).
Onorevole Presidente,
Onorevoli Ministri,
ancora una volta in pochi giorni, veniamo a conoscenza in quanto Associazione delle Istituzioni di Cultura italiane dell’ulteriore taglio operato nel settore dei Beni culturali, relativamente all’Istituto Centrale del Catalogo unico delle biblioteche italiane (ICCU).
L’Istituto, che ha progettato il Servizio bibliotecario nazionale (SBN) ed è preposto alla manutenzione della Rete informatica per eccellenza SBN, copre da più di venti anni la catalogazione informatizzata di 5000 biblioteche italiane, tra le quali si conta la maggior parte delle biblioteche degli Istituti di Cultura aderenti all’AICI. Dobbiamo constatare, quindi, con crescente preoccupazione che, oltre ai tagli diretti, gli Istituti culturali dovranno subire anche gravissimi tagli indiretti sulle biblioteche, con probabili difficoltà di accesso ai propri patrimoni in SBN e conseguenze negative per la ricerca.
Non solo. L’ICCU è l’autorevole rappresentante per l’Italia nel comitato responsabile di Europeana, il network digitale della Cultura a livello europeo, e di molti altri progetti volti a promuovere la società della conoscenza in Italia e in Europa. Per la maggioranza degli istituti di cultura aderenti all’AICI tutta la possibilità di dematerializzazione di biblioteche e archivi per la creazione di biblioteche e archivi digitali, ai fini di salvaguardia e comunicazione globale, passa attraverso gli istituti centrali ICCU e ICAR. Con questo tipo di tagli finiscono le reti culturali, finisce il digitale nella cultura intesa come patrimonio culturale dello Stato italiano.
Lungi dal sostenere l’innovazione, questi continui tagli ai gangli vitali della Cultura prospettano un inquietante futuro di decrescita nazionale, con contraccolpi in tutti i settori della società. L’inversione di tendenza per la Cultura italiana va decisa ora, per rafforzare nuovamente le fondamenta minate da anni di restrizioni ingiustificabili nelle politiche culturali e nella distribuzione della spesa pubblica.
Manifestando il nostro sostegno all’ICCU e ringraziandoVi per l’attenzione, Vi chiediamo di fare di tutto per giungere, malgrado le difficoltà del momento, a un vero rifinanziamento dei settori-chiave della crescita culturale italiana.
La Segretaria Generale Gabriella Nisticò
Il Presidente Valdo Spini
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