Quegli errori erano così quotidiani e comuni che non rappresentavano affatto un’eccezione o uno «sbaglio» nell’ordine delle cose ma, al contrario, costituivano essi stessi quell’ordine. Ma allora, chi aveva sbagliato? La storia stessa? Quella divina, quella razionale? Ma perché in fondo, considerarli suoi errori? Appare così solo alla mia ragione umana, ma se la storia ha realmente una ragione, perché mai dovrebbe essere una ragione che si preoccupa della comprensione umana, una ragione con la serietà di un professore? E se la storia scherzasse? E in quel momento mi resi conto di quanto fosse impotente il mio desiderio di revocare il mio scherzo, quando io stesso e tutta la mia vita eravamo compresi in uno scherzo molto più vasto (per me senza fine) assolutamente irrevocabile.
Milan Kundera, Lo scherzo, Adelphi, 1986.
Con le parole del suo primo romanzo, ricordiamo Milan Kundera e la sua scrittura densa di storia e umanità.