In occasione dell’80° anniversario della caduta del Fascismo, avvenuta il 25 luglio 1943, proponiamo qualche approfondimento dalla biblioteca e dall’archivio della Fondazione Gramsci Emilia-Romagna.
Digitalizzazione di:
Luigi Arbizzani, Appunti sui “45 giorni” a Bologna: 25 luglio-8 settembre 1943,
in Bologna verso la liberta, Quaderno 9-10 de “La lotta”, 1970, pp. 5-18
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Estratto da:
Mario De Micheli, 7^ GAP, 2^ edizione, Roma, Edizioni di cultura sociale, 1971, pp. 13-14
25 LUGLIO 1943
Non è domenica, eppure, davanti allo Stadio sportivo che sorge alla periferia sud-ovest di Bologna, c’è una folla impaziente, che grida e scuote i cancelli. E’ una folla strana, diversa da quella che popola i campi di gioco nei giorni di festa.
Ci sono dei ragazzi, molto giovani, operai e uomini maturi; ci sono anche delle donne; tutta gente decisa a entrare. Le grida infatti si fanno più alte e i cancelli oscillano più forte, poi, di colpo, si spalancano.
Allora la folla irrompe nel campo quasi di corsa. Non ha esitazioni, si muove con uno scopo preciso: sale di slancio le scalinate dalla parte della Torre di Maratona, poi si ferma.
Sotto la torre c’è un grande monumento equestre: è Mussolini a cavallo, fierissimo, eretto in arcioni, che domina il campo guardando fisso davanti a sé la verde collina della Madonna di San Luca.
Ora qualcuno s’è arrampicato sulla schiena del cavallo e un altro gli passa una grossa fune. “Forza, legala al collo!”, si sente gridare da più parti. La fune, con un cappio sicuro, è ormai stretta intorno al collo del “duce” e centinaia di mani ne afferrano l’altra estremità.
“Tiriamo tutti insieme”, raccomanda un operaio. La corda si tende: Mussolini ha un brivido. Al secondo strattone si avverte un crac: è la saldatura alla base del busto che cede. Al terzo, il torso imperiale di Mussolini s’inclina e piomba giù dal cavallo, rimbalzando per la scalinata, rintronando come un gigantesco gong.
Un urlo di entusiasmo si leva dalla folla: la statua del dittatore abbattuta è il segno tangibile della libertà conquistata. Il tiranno non ritornerà più su quel piedistallo, non salirà più a tanta altezza.
Lassù sono rimaste soltanto due misere gambe d’ignoto attaccate alla pancia di un cavallo che ha ormai un’aria inutile e spaesata.
I manifesti
Bibliografia sul 25 luglio 1943
- 1943: cade il fascismo, supplemento di «Resistenza oggi: quaderni di storia contemporanea bolognese», Bologna, ANPI di Bologna, 2003
- Luigi Arbizzani, Appunti sui “45 giorni” a Bologna: 25 luglio-8 settembre 1943, in Bologna verso la liberta, Quaderno 9-10 de “La lotta”, 1970, pp. 5-18
- Mario De Micheli, 7^ GAP, 2^ edizione, Roma, Edizioni di cultura sociale, 1971, pp. 13-14
- Testimonianza di Arturo Colombi, in Luciano Bergonzini, La Resistenza a Bologna. Testimonianze e documenti, Vol. 1, Bologna, Istituto per la storia di Bologna, 1967, pp. 101-105