Alle ore 22,45 del 9 ottobre dal monte Toc, seicento metri sopra la diga del Vajont, si staccava da un fronte di due chilometri e mezzo una frana di 200-400 milioni di metri cubi di terra e roccia che piombava nel lago artificiale, sollevando un’ondata – alta cento metri – di 23 milioni di metri cubi d’acqua e detriti che, d’un sol colpo, cancellavano dal la faccia della terra Longarone e alcuni centri minori. Poche ore dopo la radio e la televisione. dando notizia del disastro, trasmettevano anche un comunicato del ministero del Lavori Pubblici che preannunciava che sarebbero state condotte curate indagini per stabilire eventuali trascuratezze e responsabilità.
Il 9 ottobre 2023 ricorre il sessantesimo anniversario della catastrofe del Vajont, per l’occasione vi proponiamo la lettura di alcuni opuscoli conservati nella biblioteca della Fondazione Gramsci, datati tra il 1963 e il 1966.
Cliccando sulle copertine è possibile leggere integralmente i documenti.
Il Vajont accusa: morte di 2500 italiani, Roma, a cura del P.C.I., 1963
Libro bianco sulla tragedia del Vajont. Prima documentazione presentata dalla delegazione parlamentare del PCI al Presidente della Repubblica, Antonio Segni, Belluno, 13 ottobre 1963
Le cause e le responsabilità della catastrofe del Vajont. Relazione presentata alla Commissione d’inchiesta parlamentare dai parlamentari del Partito comunista italiano. Roma, 1965
9 ottobre 1966. Discorso commemorativo pronunciato dal sindaco di Longarone dott. Gian Pietro Protti in occasione del terzo anniversario della catastrofe del Vajont del 9 ottobre 1963, Comune di Longarone, 1966